B_NORM    
view post Posted on 1/12/2023, 02:30 by: ¬AlyceReply
CITAZIONE (Rose B. Spellman @ 29/11/2023, 21:01) 
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Non ce la faceva più. Aveva passato la giornata a sbuffare - cosa troppo poco in character, per i suoi gusti - e non sapeva più a chi dare i resti. Doveva assolutamente finire il compito di antiche rune, e visto che a quanto pare la professoressa aveva richiesto un vero e proprio suicidio, visto che 4 pagine di pergamena per un singolo compito erano da considerarsi un’attentato alla vita degli studenti, era tutto il giorno che cercava un posto tranquillo per scrivere.
Scivolando leggera tra i corridoi del castello, si domandò distrattamente se la sua gemella avesse finito il compito, rispondendosi immediatamente che Gin lo avrebbe iniziato la sera prima e completato in tre ore scarse, consegnandolo la mattina dopo senza neanche un piccolo sbaffo. Ridacchiò tra se, scuotendo la testa, e varcò la soglia della biblioteca, cercando un tavolo dove potersi mettere a studiare. Lo trovò, sfortunatamente, piuttosto in mezzo alla via.
-Si, ma lo sai che Lucy….e Andres!
Posò la penna sul foglio, dopo averla intinta nell’inchiostro nero pece.
-No, ma che dici! Secondo me invece è colpa di Jade. Insomma si vede che è una che si vende per poco!
Il suo nome le uscì leggermente storto verso destra, ma le piaceva così, quindi lasciò stare. Prese un piccolo respiro e cominciò a scrivere, con un movimento di polso misurato e preciso.
-Comunque, si sa che i Tassi sono quelli più divertenti a letto, dai.
Lo scricchiolio della piuma sulla pergamena diventava sempre più riconoscibile, man mano che la presa della sua mano sull’utensile si ...

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B_NORM    
view post Posted on 5/4/2020, 20:43 by: ¬AlyceReply
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B_NORM    
view post Posted on 2/4/2020, 22:30 by: ¬AlyceReply
Ma da quant'è che non provava quelle sensazioni meravigliose? La sensazione di un corpo contro il suo, di altro calore umano, delle mani di qualcuno che la sfioravano ovunque. Quelle sensazioni le erano mancate a dire poco. E ora ne voleva di più, sempre di più. Era bellissimo sentire i loro gemiti fondersi fino a diventare un suono unico, due suoni che viaggiavano all'unisono tanto da legarsi l'uno all'altro e creare qualcosa di indimenticabile. E seppur in quella location tutt'altro che eccitante, i due stavano riuscendo a creare qualcosa... qualcosa che avrebbe cambiato entrambi profondamente e a lungo, se non per sempre. Insomma, Jess si sarebbe mai potuta dimenticare di quelle sensazioni e di quella notte senza regole? Se mai avessero preso strade diverse, se mai avrebbero smesso anche di sfiorarsi con lo sguardo, la ragazzina sapeva che per un momento, in un breve attimo, lui le aveva stravolto l'esistenza.
Le dita del moro dentro di lei la stavano facendo ansimare sempre più, ormai non era poi così lontana da quell'orgasmo al quale si sarebbe felicemente lasciata andare, quand'esso fosse arrivato.
La stava facendo impazzire e concentrarsi sul suo pene era sempre più difficile, soprattutto quando lui iniziò a giocare nuovamente col suo seno. La corvina reclinò la testa, mordendosi l'interno guancia per non urlare e rischiare di farsi sentire, per quanto la musica all'interno del bar fosse alta. Le dita affusolate di Jessica si strinsero ancora di più tra i capelli di Lucas, tirandoli leggermente ma senza il rischio di fargli male.
Non resisteva più, ormai l'apice stava giungendo e non poteva né voleva far nulla per fermare quel piacere che cresceva dentro di lei ogni secondo di più, mentre al contempo anche la mano che avvolgeva il membro del ragazzo, cercava di fare dei movimenti quanto più decisi e piacevoli possibile. Ma le loro lingue che si intrecciavano nuovamente e riprendevano quel valzer passionale, le impedirono il proseguo dei suoi pensieri, facendo sì che si lasciasse andare al piacere più totale.
Ed eccolo. L'orgasmo che prepotentemente si stava facendo strada in lei per poter uscire. Quell'orgasmo tanto atteso che le fece uscire un sospiro stanco ma non ancora abbastanza soddisfatto. Ne voleva di più. Voleva di più da quel ragazzo. Quasi le leggesse nel pensiero, sentì il pene del ragazzo sfiorarla. Chiuse gli occhi, fremendo affinché entrasse in lui. Non si preoccupò di nessun genere di protezione, semplicemente era impaziente di essere presa da lui. Lì, in quell'angusto bagno.
Ma quella dolce tortura finì presto, poiché il ragazzo entrò in lei facendola gemere sia di sollievo che di piacere. Era un qualcosa di... inspiegabile. Sensazioni magiche la pervasero da capo a piedi, mentre le spinte si facevano sempre più forti e decise.
Lucas... replicò alle sue parole, intervallando le varie sillabe con un gemito sempre più concitato. Non sapeva cosa aggiung...

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Comments: 0 | Views: 11Last Post by: ¬Alyce (2/4/2020, 22:30)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/4/2020, 22:26 by: ¬AlyceReply
Faticava a realizzare tutto quello che stava succedendo in quel momento. Mia non era il tipo di persona a cui piaceva crollare in pubblico, eppure stava quasi piangendo di fronte a Blake, era chiaramente spaventava e sapeva che non avrebbe resistito troppo a lungo. Di certo non pensava che quella giornata, partita così bene rispetto al solito, sarebbe finita in quel modo. Si sentiva scoperta, nuda, non aveva di che cosa sarebbe successo da lì in poi e non sapeva come prendere tutte quelle rivelazioni. Preoccuparsi di Jessica, prima di qualsiasi altra cosa, le era venuto naturale: non voleva che qualcun altro venisse coinvolto in tutto quello, non aveva la forza per affrontare un problema così grande nato all’improvviso.
Pensava di essere l’unica vittima di Mark e quello le sarebbe andato davvero bene, non poteva affermare che fosse quel che voleva ovviamente ma era il male minore. Le parole di Blake alleviarono solo in parte la sua paura: sapeva che cosa il ragazzo fosse in grado di fare, e per quanto si fidasse di Barnes temeva che avrebbe finito per cacciarsi di nuovo nei guai solo per difenderle. Blake aveva un modo tutto suo per affrontare i problemi, Mia ormai aveva imparato a capirlo, e non voleva che il ragazzo rischiasse davvero di essere cacciato da Hidenstone per colpa sua. “Lo so, so che vuoi proteggerti…ma non fare cavolate ti prego…” sospirò piano, sperando di riuscire in qualche modo a convincerlo per quanto dubitasse di avere così tanta influenza su Blake Barnes da convincerlo a fare qualcosa del genere.
Non aveva idea di chi avesse contattato, a dirla tutta in un momento simile avrebbe voluto tanto rimanere da sola, al massimo con Blake: non era in grado di gestire le proprie emozioni con più di una persona contemporaneamente, soprattutto ora che non sentiva di avere così tanto controllo su di esse. Blake non poteva saperlo e, anche volendo, aveva sicuramente sensibilità ben diverse tra loro e dubitava che avrebbe davvero potuto capire come si sentiva in quel momento. La verità era che Mia aveva appena visto crollare anni e anni di pianti silenziosi, di segreti, di pensieri che aveva tenuto unicamente per sé, e cominciava a vedere il suo problema come qualcosa di effettivamente reale, esposto alla luce del sole.
Apprezzò comunque quel contatto, lasciò che le sfiorasse la guancia anche se non era solita accettare di buon grado certi gesti, infondo era Blake, stava mantenendo il contatto visivo e sapeva che non voleva farle del male, glielo aveva già dimostrato ampiamente. Sapeva che non era colpa sua? Non ne era sicura, per anni aveva pensato di averlo in qualche modo istigato, di aver comunque contribuito a quella situazione con il suo atteggiamento, i suoi desideri stupidi e le sue illusioni.
Ascoltò il suo discorso, cercando di concentrarsi sulle sue parole e non perdersi nei propri pensieri. Sentì comunque il cuore accelerare nel petto quando le comunicò di aver chiamato anche Jessica e Lilith, e si sforzò a...

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Comments: 0 | Views: 12Last Post by: ¬Alyce (2/4/2020, 22:26)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/4/2020, 22:24 by: ¬AlyceReply
Mia era fatta così, quando sapeva che qualcuno era in pericolo o aveva qualcosa che non andava sentiva il bisogno di dare una mano, di fare la sua parte ed essere utile alla causa. Poco importava che si trattasse di qualcuno che non conosceva, come Lilith, non aveva mancato anche questa volta di sentirsi dispiaciuta per lei quando aveva capito –anche se solo in parte- quanto potesse aver sofferto sotto le grinfie di Naga. Se avesse saputo di preciso che cosa aveva vissuto probabilmente si sarebbe sentita anche peggio, ma anche così era sufficiente per farle pensare ad un modo per esserle d’aiuto.
Certo, sapeva di non essere nessuno per lei, non si conoscevano affatto, non avevano mai parlato davvero fino a quel momento ma se avesse potuto avrebbe davvero voluto diviere almeno i suoi demoni e proteggerla in qualche modo. Vederla così, esposta e spaventava, le aveva stretto lo stomaco in una morsa e si era sentita totalmente impotente di fronte a qualcosa che, per una volta, non poteva davvero capire, nonostante tutti i suoi dubbi.
Pensò di spostarsi da lì, di accompagnarla magari in un posto che la facesse sentire più al sicuro, dove potesse sentirsi meno in pericolo. Dannazione, si sentiva in colpa e non aveva fatto niente per causare tutta quella situazione! Non si erano date appuntamento, a conti fatti Lilith era andata lì per conto suo, dubitava che potesse averle seguita o che avesse avuto intenzione di incontrarla fuori dalla scuola, proprio in quel pomeriggio. Glielo avrebbe detto, in quel caso, no? Le avrebbe chiesto di vedersi da qualche parte, con ogni probabilità. “Possiamo rientrare, se preferisci!” provò a proporle con gentilezza, cercando di avvicinarsi ma senza esagerare, non voleva farla sentire ancora più oppressa o a disagio imponendole la sua vicinanza.
Si sorprese leggermente nel sentirsi chiamare per cognome, era qualcosa che accadeva di rado con i suoi coetanei – se anche era accaduto con Blake o con Cameron i loro toni erano sempre stati ben diversi, meno freddi e ruvidi- e le faceva ancora strano sentirsi chiamare nel modo che lei e Charles avevano scelto, una volta scappati dai Nott. Si aspettava ancora meno quella domanda, motivo per cui corrucciò le sopracciglia, presa alla sprovvista. Non era sorpresa dal fatto che la ragazza lo avesse pensato, non era una probabilità a dire il vero, lei non provava nulla per Blake che non fosse un affetto puro, non sarebbe mai riuscita a vederlo come qualcosa di più di un amico. Eppure passavano diverso tempo assieme, era vero, e non sapeva che cosa il ragazzo avesse detto a Lilith, conoscendo Blake poteva essere anche qualcosa di non troppo chiaro. Quello che la sorprendeva non erano quindi le motivazioni di quella domanda, ma il fatto che l’avesse fatta proprio in quel momento.
Non potè evitare di notare nel suo tono un minimo di astio, e vide sfumare all’istante tutti i propri buoni propositi: poteva anche credere alla sua risposta, forse, ma dubitava che...

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Comments: 0 | Views: 11Last Post by: ¬Alyce (2/4/2020, 22:24)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/4/2020, 22:23 by: ¬AlyceReply
Aveva cominciato quasi per scherzo, per riempire le sue giornate con qualcosa che potesse farlo sentire vivo, e ora non riusciva più a farne a meno. Quell’odore ferroso, di sangue raffermo, sudore e linoleum, il battito irregolare del proprio cuore nelle orecchie, l’adrenalina che gli scorreva rapida sotto pelle avevano cominciato a diventare come una droga ormai, di cui non poteva e non voleva fare a meno. Se all’inizio si era trattato di qualche incontro al mese, ormai il suo appuntamento nelle bische clandestine era diventato regolare: combatteva almeno un paio di volte a settimana e nel resto del tempo cercava di allenarsi in modo costante. C’era qualcosa che lo faceva sentire bene in quei momenti, qualcosa che riusciva a riempire quel vuoto che alle volte minacciava di soffocarlo e che la rabbia e il rancore non erano mai riusciti a colmare del tutto.
Che James avesse non pochi problemi questo era chiaro a tutti, così come era palese che non avesse alcuna intenzione di risolverli in maniera canonica. Non era il tipo che andava da un terapista, o che prendeva da parte un amico e cominciava a vomitargli addosso tutti i suoi pensieri. Forse lo aveva anche fatto, con qualche sconosciuto in un pub di bassa lega quando era troppo ubriaco per ricordarsene, ma c’era sempre qualcosa che non riusciva a tirare fuori e che continuava a ronzargli in testa. C’era da dire che i suoi problemi, forse, avevano radici troppo lontane per essere sradicati in pochi minuti con la felicità che in genere uno sfogo richiedeva a chiunque altro.
Così aveva imparato a sfogarsi in altri modi, se non altro il pugilato e gli incontri gli permettevano di buttare fuori un po’ di quella rabbia che sembrava non scomparire mai. Era il suo modo di affrontare le cose, la sua reazione principale era quella di arrabbiarsi e di detestare l’universo, almeno combattere riusciva a riequilibrarlo per qualche minuto. Per il resto del tempo rimaneva un tipo abbastanza impulsivo, ma c’era da dire che aveva deciso di votare la sua vita ad una carriera e ad una figura ben diversa da quella che si permetteva di far trasparire in quei momenti. Jamie Mors nella vita di tutti i giorni era una persona altolocata, cinica all’occorrenza, fredda ma comunque impeccabile, per quanto seguisse sempre il suo istinto non poteva essere così brutale e letale come in quei momenti.
Il suo corpo, dopotutto, parlava forte e chiaro: tra i numerosi tatuaggi che aveva addosso le cicatrici sembravano spiccare anche sotto la luce delle lampadine sporche e fioche che illuminavano il ring. Nel vederlo combattere con quella forza e quella decisione, mentre colpiva rapido e letale il corpo dell’uomo muscolo che lo stava affrontando, difficilmente si poteva immaginare che quella stessa persona fosse in grado di andarsene in giro, indisturbata, nella sua uniforme da Auror praticamente ogni giorno. Era anche difficile credere che un ragazzo apparentemente così magro e fragile potesse davvero collezionare co...

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Comments: 0 | Views: 13Last Post by: ¬Alyce (2/4/2020, 22:23)
 

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